Come sta andando la riapertura nei grandi outlet

Come sta andando la riapertura nei grandi outlet

La nuova normalità  che consenta di fare shopping passa anche per gli outlet. I  5 Designer Outlet italiani di McArthurGlen hanno riaperto al pubblico da lunedì 18 maggio:  villaggi pedonali e all’aperto in cui si concentrano in un solo luogo tra 120 e 240 negozi dei principali marchi italiani e internazionali, che offrono le loro collezioni delle stagioni precedenti con uno sconto dal 30% al 70% garantito tutto l’anno. Nomi come Nike, Armani, Hugo Boss, Calvin Klein, Moschino, Versace, Dolce e Gabbana, Prada, Levi’s, Polo Ralph Lauren. 

Secondo Joan Jove, managing director per il Sud Europa, “il ritorno ad una ‘nuova’ normalità” significa “approfittare delle  offerte vivendo un momento di condivisione in famiglia o con gli amici, nel più rigoroso rispetto delle regole sanitarie”.

Anche se la chiusura delle frontiere e la limitazione degli spostamenti sul territorio nazionale stanno avendo un organico impatto sull’affluenza dei Centri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in questa prima settimana di riapertura i visitatori non sono mancati e alcune categorie di beni hanno conosciuto persino un interesse maggiore del solito: la moda per bambini, la biancheria, gli articoli per la cucina e lo sport.

“Nella prima settimana di riapertura il calore dei visitatori è stato davvero superiore alle nostre aspettative” dichiara Enrico Biancato, Centre Manager di Castel Romano “In attesa di poter riaccogliere i turisti, abbiamo avuto una risposta molto incoraggiante dai nostri clienti del territorio che da anni ci scelgono come destinazione di shopping preferita. Le visite si svolgono in un ambiente sicuro,  i clienti seguono tutte le regole in modo esemplare:  lavoriamo costantemente affinché l’esperienza di shopping nel nostro Centro sia serena e piacevole”.

McArthurGlen ha aumentato la frequenza di pulizia delle aree comuni e prevede in tutti i centri distributori di gel igienizzanti per le mani. I servizi igienici sono disinfettati dopo ogni singolo passaggio e richiede a tutti i suoi dipendenti e visitatori di mantenere una distanza sociale minima di un metro. 

Ogni Brand partner è tenuto a gestire il numero di clienti presenti nel suo negozio in conformità delle disposizioni governative, per consentire il rispetto delle regole di distanza sociale le code davanti all’ingresso di ogni negozio sono regolamentate da un’apposita segnaletica disposta sul pavimento.

In base alle disposizioni governative, l’accesso ai Centri non sarà consentito ai visitatori con temperatura superiore a 37.5 gradi. Presso l’outlet di Castel Romano la misurazione della temperatura all’ingresso è obbligatoria.

La mascherina è obbligatoria nei punti vendita e obbligatoria o fortemente raccomandata nei Centri sulla base delle diverse ordinanze regionali. I guanti sono necessari per toccare i prodotti all’interno dei negozi.

È raccomandato di usare il più possibile modalità di pagamento contactless.

Questi primi giorni di riapertura dei Centri si è svolta in modo graduale per permettere ad ogni punto vendita di soddisfare le condizioni di accoglienza del pubblico come fornitura di gel igienizzante, organizzazione delle casse in modo da proteggere personale e clienti, comunicazioni per il centro con il vademecum delle norme da adottare, tendiflex e adesivi al pavimento per gestire al meglio le code.

 

Leggi l’articolo qui, fonte: https://www.agi.it/lifestyle/news/2020-05-28/fase-2-coronavirus-outlet-8751768/
Dove si va in vacanza nella Fase 2? Cosa dicono le prenotazioni online

L’estate è alle porte, ma l’Italia non si è ancora lasciata del tutto alle spalle l’emergenza coronavirus. Complici le incertezze sugli spostamenti consentiti nei prossimi tre mesi, le difficoltà economiche e la probabile scarsità di ferie a disposizione (molti le hanno dovute consumare nei primi giorni di lockdown), la proverbiale vacanza potrebbe slittare alla fine dell’anno. Abbiamo chiesto ad Expedia.it, agenzia di viaggi online che offre oltre 435.000 alberghi in tutto il mondo, di spiegarci se gli italiani si stanno già guardando attorno per le vacanze del prossimo autunno/inverno. 

L’estate in Italia, ma per l’inverno non ci sono dubbi

“In molti sognano di poter tornare a volare verso posti lontani, anche se al momento nessuno sa ancora se questi viaggi saranno possibili”, spiega all’AGI Michele Maschio, responsabile relazioni esterne di Expedia.it. “Per quanto riguarda i viaggi di fine anno, gli italiani che possono permetterselo stanno probabilmente sognando un’estensione di un’estate più breve o che potrebbero passare al lavoro”. In cima alla classifica delle mete più desiderate per viaggiare da ottobre a dicembre 2020, quindi, ci sono le Maldive. In top 10, poi, altre mete di mare: dalla Polinesia Francese a Dubai, fino alle classiche mete del Mar Rosso, Hurghada e Sharm el Sheikh. 

Se nell’autunno, insieme a queste mete esotiche, i dati rivelano interesse anche verso metropoli come New York, Londra, Roma, Amsterdam e Parigi, tra gennaio e febbraio 2021 il sogno di molti italiani sembra essere soltanto quello di godersi il sole in spiaggia: Phuket, Zanzibar, Tenerife, Repubblica Dominicana, è un tripudio di paradisi terrestri dove cercare il relax. 

Spendere di più, ma essere sicuri di poter rinunciare

Secondo Maschio, “chi prenoterà lo farà in modo un po’ diverso rispetto al passato, preferendo le tariffe aeree flessibili e gli hotel completamente rimborsabili, con un occhio indubbiamente attento alle possibili restrizioni e ai rischi sanitari dei singoli stati”. 

Ma il trend di prenotazioni flessibili non riguarda soltanto il prossimo inverno. Già oggi, prosegue il manager di Expedia.it, gli utenti “stanno prenotando soprattutto tariffe hotel completamente rimborsabili fino anche a 24 ore prima del check-in”. Una tendenza “destinata a consolidarsi in un mondo post-coronavirus”, spiega Maschio. In che modo? “I viaggiatori preferiranno pagare un po’ di più per avere la certezza di poter cancellare la propria prenotazione, invece che risparmiare con le tariffe non-rimborsabili”.

L’estate? A Roma prenotando last minute

Expedia ha registrato un altro dato interessante: luglio e agosto, i periodi normalmente più vacanzieri, non stanno accendendo la fantasia degli italiani. “Le ricerche si stanno concentrando da un lato sulle prenotazioni dell’ultimo minuto per andare in vacanza nelle prime settimane di giugno – prosegue Maschio – e dall’altra per viaggi tra tre o quattro mesi. Il periodo luglio-agosto al momento sembra creare ancora incertezza e si può provare ad ipotizzare che sarà prenotato last-minute di settimana in settimana”. 

Per l’estate, ed è un altro aspetto da sottolineare, tra le mete più cercate non c’è il mare: in cima alla classifica delle destinazioni, infatti, spunta Roma. La costiera romagnola è al secondo posto, mentre è il Salento a chiudere il podio. In top ten, dietro ad Argentario, Calabria e Sardegna, ecco altre sorprese che hanno poco a che fare con spiagge e mare: ci sono Trentino e Sud Tirol, Val d’Aosta, le valli alpine lombarde e il lago di Garda. “Possiamo interpretare queste destinazioni come la voglia di aria fresca, grandi spazi e camminate salutari – sostiene Maschio – Ma potrebbero essere anche un’ovvia conseguenza del fatto che chi vive in Veneto, Lombardia e Piemonte, le zone più popolose e tra le più colpite del Paese, sta pensando ad un’estate di viaggi di prossimità in destinazioni raggiungibili velocemente in auto”. 

Gli occhi dei turisti tedeschi sull’Italia

A Expedia abbiamo chiesto anche di spiegarci se ci sono segnali di una ripresa del turismo straniero verso l’Italia. “È difficile fare previsioni, considerando le diverse restrizioni e le incertezze nelle riaperture dei confini. Ma il Paese europeo dove riscontriamo già un grande interesse a prenotare viaggi per questa estate è senza ombra di dubbio la Germania”, spiega Maschio. “Che abbiano voglia di viaggiare è un buon segno, perché i tedeschi sono indubbiamente turisti fondamentali per tantissime destinazioni, inclusa l’Italia, visto che tra gli stranieri che di solito prenotano soggiorni nel nostro Paese, al primo posto per distanza ci sono proprio i tedeschi”. 

L’Italia dovrà però vedersela con Spagna, Croazia e Grecia, le altre mete più battute dai turisti tedeschi. A loro, spiega Maschio, quest’anno si sono aggiunte altre concorrenti: le città tedesche sul Baltico. “Senza possibilità di volare oltreoceano e senza certezze di poter lasciare la Germania, abbiamo riscontrato un livello di domanda altissimo per vacanze sul Baltico richieste appunto da tedeschi”.

Leggi l’articolo qui, fonte: https://www.agi.it/lifestyle/news/2020-05-28/fase-2-coronavirus-vacanze-8750372/

È l’anno dei pop up restaurant, il format food più amato dai grandi chef

È l’anno dei pop up restaurant, il format food più amato dai grandi chef

Sono stati ribattezzati pop up restaurant, che in maniera letterale significa ristoranti “animati”, ma più precisamente vuol dire che nascono dal nulla, per l’occasione. Come le farfalle volano una sola stagione. Aprono in un luogo, chiudono i battenti, poi si trasferiscono altrove per ricominciare tutto d’accapo. Sono i ristoranti “temporanei”, un fenomeno in voga da almeno un decennio anche in Italia.

Anche se l’origine si fa risalire alla fine degli anni ‘70, negli Stati Uniti, tendenza poi sviluppatasi agli inizi degli anni Duemila sulla scia dei temporary shop e che in Europa hanno avuto il loro padre putativo in Jamie Oliver, lo chef che è anche una celebrità televisiva e che ha dato vita nel tempo ad un fenomeno che ha finito per rendere Londra “uno dei migliori posti al mondo per sperimentare i luoghi del cibo no tradizionali”,  si può leggere sulla versione cartacea di LifeStyle, pagine dedicate dell’edizione domenicale de Il Sole 24 Ore.

I pop up restaurant, dunque, possono apparire e scomparire come meteore nei luoghi più insoliti, come lo possono essere i negozi, i musei, le gallerie d’arte ma anche le stazioni, centrali o periferiche, dei treni, ma anche nei parchi o più frequentemente dentro ristoranti già esistenti. In genere si tratta di locali dove gli aspiranti chef o, comunque in genere,   i maestri già stellati propongono una cucina di alto livello per periodi contingentati e assai limitati di tempo. Talvolta persino da un solo giorno a pochi mesi. Un po’ come nascono i funghi, anche se non con la stessa intensità… E frequenza.

Se poi i luoghi dove questi ristoranti istantanei aprono i battenti sono scenografici a tal punto da poter essere “instagrammati”, tanto meglio, perché la loro immagine farà il giro del mondo degli aficionados gourmet e dunque il successo è assicurato. “Così – si può leggere tra le pagine color salmone del quotidiano di Confindustria – in Costa Smeralda hanno aperto Nobu, Pacifico e il temporary restaurant dello Yacht Club di Porto Rotondo”. Mentre al Forte Village quest’estate è arrivato nientemeno che Heinz Beck, lo Chef de “La Pergola”, il ristorante del Rome Cavalieri Waldorf Astoria Hotel, già Hilton, sul cucuzzolo della collina di Monte Mario con affaccio mozzafiato su Roma, a cui si affiancheranno fino a settembre i pop up dei protagonisti nella “Notte dei Grandi Chef”, tra cui Errico Recanati, Alfio Ghezzi, Andrea Berton, Enrico Cerea, Francesco Sposito, Terry Giacomello.

“Mentre a Firenze – si può leggere ancora – lo chef giapponese Haruo Ichikawa (Iyo di Milano, primo a vedersi riconoscere una Stella Michelin come etnico) ha inaugurato “Magnolia”, il nuovo GastroBar asiatico all’interno del Giardino della Gherardesca del Four Seasons”. I pop upnl corso degli ultimi anni si sono trasformati anche in una originalissima idea di marketing per numerose aziende, quale mezzo di relazioni sociali e di promozione dei propri spazi, renderli vivi e fare anche denaro con altri mezzi. Anche se la tendenza più frequente è quella che vede noti marchi di ristoranti aprire nuovi spazi dentro altri ristoranti con il solo scopo “di fidelizzare i propri clienti” o anche “per acquisirne di nuovi”.

Come accaduto per esempio a Venezia, dove “ lo chef Lionello Cera, 2 stelle Michelin, ha deciso di illuminare la terrazza dell’Hotel Excelsior Venice Lido Resort con un esclusivo pop up restaurant per esaltare e raccontare il meglio della gastronomia locale, reinterpretando i grandi classici della tradizione in chiave contemporanea”. Alla base di questa nova filosofia imprenditoriale c’è la scoperta che “gli ospiti apprezzano la possibilità di provare piatti creati da mani nuove, approfittando di un evento unico e limitato nel tempo”. Come dire? Un’esperienza più unica che rara. Da ricercare, fare e portare con sé nel proprio storytelling sociale.

Poi ci sono anche i casi opposti, cioè quello del ristorante che cambia appositamente location, menù e persino la propria immagine per un periodo limitato nel tempo e trasformarsi in pop up. “Come ha fatto lo chef catanese Philip Guardione che quest’estate ha portato la sua premiata Piccola Cucina (miglior ristorante di New York, secondo il sito Tripadvisor) sia a Ibiza sia in Montana, grazie a una collaborazione con il ristorante Ox Pasture a Red Lodge” si può leggere ancora sul Sole.

O come Marco e Francesca, Th Fooders, che hanno chiuso il loro famoso ristorante Mazzo A Centocelle, quartiere popolare di Roma, per portare la loro cucina in giro per il mondo. Prima tappa Lisbona da “Ona”, “seguita a luglio da Tontine e Yard a Parigi, mentre tra agosto e settembre sono al Carousel di Londra. A ottobre Tokyo presso l’hotel Muji di Ginza, al Cenci di Kyoto e all’interno di un tempio di Kamakura. A novembre presso il Forum Gastronomic di Barcellona. A dicembre faranno il giro di Taiwan. La prima parte del 2020 sarà tra Canada e Stati Uniti”. Ad accompagnare le cene, ci saranno feste, street food “e una cucina in perpetua evoluzione”. E movimento.

Già, e se una volta la pubblicità dell’esercito italiano recitava “arruolati in Marina e girerai il mondo”, ora per scoprire e girare il pianeta basta scendere in cucina…

Agi

I Grandi ci provano ancora: prima intesa sulla mini web tax

I Grandi ci provano ancora: prima intesa sulla mini web tax

Dopo una notte di trattative, i ministri delle Finanze hanno raggiunto un consenso di massima sul fatto che le attività delle multinazionali, in particolare quelle digitali, vadano tassate anche quando non hanno una «presenza fisica» in un Paese. Quanto a Christine Lagarde alla guida della Bce la Ue cerca una candidatura unica, «solida e credibile»


Corriere.it – Economia